lunedì 9 giugno 2014

Parola... Parolissima!: Omicidio

Si sente spesso dire che l'opera è quel tipo di spettacolo in cui il protagonista alla fine muore. Noi sappiamo che non è proprio così. Ma sappiamo anche che Donizetti, nella sua "Lucia di Lammermoor", ha fatto il peggior torto possibile al soprano protagonista: farla morire prima del tenore!
Non sono poche le opere con un finale tragico, e il massimo della soddisfazione per i cantanti, in questi casi, è morire in scena, cantando fino ad esalare l'ultimo respiro per restare impressi nei cuoricini romantici di noi spettatori. Perché si sa, se muori dietro le quinte, non ti calcola nessuno, ma se succede in scena, sarai tu il divo della serata e il pubblico ti adorerà!
Quei furboni dei compositori e dei librettisti ovviamente lo sapevano, e quindi di morti ce ne forniscono in quantità. 
I morti ammazzati, in particolare, sono, come dice Mioli speciali.

A Verdi, si sa, piaceva tanto far fuori i suoi personaggi (l'elenco sarebbe troppo lungo), e pure Puccini non scherzava. 
Dal loro catalogo sono andata a pescare gli esempi per oggi. 

Ne "La forza del destino" abbiamo Alvaro che uccide di pistola il Marchese di Calatrava e di spada Don Carlos, ma Carlos uccide Leonora.


Anche in "Tosca" c'è un discreto numero di morti: Floria uccide Scarpia, che fa uccidere Mario. Alla fine muore anche Tosca, ma lei fa tutto da sola buttandosi da Castel Sant'Angelo.


(Piccola parentesi poco educativa ma molto ludica. Quando io ad Armida abbiamo visto "Tosca" all'Arena di Verona qualche anno fa, alla frase "muori dannato" un appassionato melomane, evidentemente trascinato dal pathos del momento, si è unito ai solisti in scena con un sonoro "CREPA" che tutto il pubblico presente ha potuto apprezzare. Ormai per noi questa scena è segnata: è un momento comico!)

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