lunedì 18 agosto 2014

Parola... Parolissima!: Abbellimento

In linea generale in musica un abbellimento è costituito dall'inserimento nella linea melodica di una o più note la cui funzione non sia strutturale bensì ornamentale e/o espressiva.
Nella prassi di esecuzione dell'opera lirica fin dal '600 fra i cantanti d'opera si diffuse la pratica di esibire il proprio virtuosismo e di applicare il proprio gusto interpretativo alla musica non solo mediante gli accenti e più in generale l'espressività, ma anche intervenendo direttamente sulla musica, appunto ornandola con gli abbellimenti. 
Gli abbellimenti furono essenziali al belcanto e naturalmente estranei o poco graditi agli altri tipi di canto: un riformista com Gluck, infatti, li avversò, e un belcantista di carattere come Rossini ebbe l'idea di stenderli di suo pugno, nell'ambito di tutta la coloratura, per sottrarli all'invadenza e al cattivo gusto di certi cantanti.
Questo non significa, però, che i cantanti rispettassero il suo volere. Infatti, per fare un esempio, recandosi ad una rappresentazione della "Gazza ladra" a Parigi nel 1831 in cui la Malibran era la protagonista, dopo aver ascoltato la cavatina, domandò agli amici che erano con lui chi fosse l'autore dell'aria che avevano appena ascoltato. Questo per dare l'idea di quanto fosse stato "pesante" l'intervento della primadonna in materia di abbellimenti e di quanto Rossini non fosse affatto entusiasta della pratica.

Cercando un modo di illustravi visivamente l'effetto che le variazioni hanno su un brano musicale, ho scelto il video di un'aria belcantistica in cui potete osservare lo spartito stampato, che è l'originale scritto dall'autore (Donizetti, in questo caso), e gli abbellimenti scelti dall'esecutore, che sono le note scritte a mano. Purtroppo la qualità dell'immagine non è il massimo... 



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